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Uno. Palermo.

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Due. San Sperate.

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Tre. Bonifacio.

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Quattro. Marsiglia.

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Cinque. Tangeri.

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Sei. Gibilterra.

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Sette. Almeria.

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Otto. Genova.

ROSADEIVENTI è un progetto di narrazione sonora sui venti del Mediterraneo.

Un viaggio di un mese per le città di porto, che potete seguire passo dopo passo. Un disco che vedrà la luce il prossimo anno. Una performance finale in un posto unico al mondo.

Uno. Palermo.

Dove si parla di alberi centenari e spose bambine, orchestre alla prima e mafiosi navigati. Dove si fa la conoscenza di Lucrezia Borgia, delle sue molte vite matte e del suo amore portato dallo Scirocco, e con lo Scirocco spirato. Dove si voleva predare e invece si fu predati.

Due. San Sperate.

Dove si incoccia in un guardiano della soglia. Dove si capisce la differenza tra la pizza e il resto, e si sceglie da che parte stare. Dove, andando per cercare il Maestrale, si trovò un maestro, e cacciando pietre cantanti, muti si restò.

Tre. Bonifacio.

Dove si va per incontrare velieri e si trovano soltanto yacht. Dove si conosce Virgilio piede scalzo, arrabbiato coi ricchi e al loro servizio. Dove il Maestrale dà la lezione seconda: che l’opera viva tiene a galla e che chi presume affonda. Dove si salpò, finalmente, per il Continente.

Quattro. Marsiglia.

Dove si balla lo zouk, si mangia sambusek, si parla con lo speaker del figlio di Boris Vian. Dove di 140 etnie se ne conoscono 4, in 3 giorni si saggiano 3 materassi, e alla fine si confessa Fernando: parla 8 lingue ma ha una moglie sola, che lo stregò perché non salpasse. Dove si voleva sciogliere il nodo all’uomo di mare ma il Maestrale decreta: parte solo chi non teme la meta.

Cinque. Tangeri.

Dove il Libeccio porta la sua libecciata, il mare la sua amareggiata, dove regna, insomma, la sfiga assoluta: taxi che insidiano, squatter che affittano, cantanti jazz che svuotano portafogli come fossero flûte, venditori di fumo in tutti i sensi. Dove l’eroe incontra il suo down ma poi pensa: e se uscissi dal loop? Dove si tenta, a tal fine, l’esperimento.

Sei. Gibilterra.

Dove il vento Levante comanda le danze e incita gli uomini ad abitudini estatiche: il surfing, il jamming, la glossolalia. Dove l’homo sapiens incontra l’homo reiectus e si domanda: chi somiglia a chi? Dove alla fine del Mediterraneo si trova la fine del Mediterraneo, vale a dire: il Mediterraneo contemporaneo.

Sette. Almeria.

Dove l’uomo con la gola inferma parla per ore della sua vita intera: di denaro, solitudine, ulivi secolari, del perché amare le parole, del perché preferir loro le mani. Dove il vento è Levante, ma si fa da parte, per rivelare, finalmente, che vento è un altro modo di dire: alma, anima.

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Otto. Genova.

Dove Tramontana, signora del tramutare e di ciò che, mutando, rimane se stesso, esercita le sue alchimie: il sereno lo cambia in tornado, lo spacciatore in spacciato, la galeotta in diva del ghetto, e togliendo una “i” soltanto, trasforma Carmine più a fondo che solo nel sesso.

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